Il Taiji quan può apparire oggi come una
sequenza di movimenti lenti e continui, quasi una danza che incuriosisce e
lascia perplessi.
In Cina è possibile vedere, al
mattino presto, tantissime persone allenarsi nei parchi facendo movimenti molto
lenti, tanto da sembrare assolutamente fermi, uno spettacolo del tutto lontano
dalla mentalità occidentale e dalla sua idea di movimento: molti rimangono
completamente immobili, per decine di minuti, davanti a una pianta quasi
cercando di abbracciarla per provare misteriose sensazioni.
Taiji
quan
tradotto letteralmente significa «pugno della suprema polarità»: è nello stesso
tempo un esercizio di difesa e una tecnica terapeutica per il miglioramento
della salute e combina le teorie taoiste cinesi degli opposti Yin e Yang e dei
cinque elementi.
Il movimento lento che lo
caratterizza non è solo una ginnastica estremamente dolce, ma unisce le
tecniche delle arti marziali con la circolazione del Qi, l’energia o soffio
interno, utilizzando le tecniche di stretching dei muscoli profondi e dando
vita a un esercizio completo sia dal punto di vista fisico che mentale.
Nell’allenamento del Taiji quan si impiegano tutte quelle qualità
interne che nel mondo occidentale non si è abituati a usare, come i muscoli
intercostali nel movimento, il muscolo diaframma nella respirazione, o gli
apparati tendinei e la potenza delle ossa. Il Taiji quan, dunque, può migliorare il fisico
è renderlo più flessibile e morbido, soprattutto quando con l’avanzare dell’età
il corpo tende a irrigidirsi, facendo emergere piccoli e grandi disturbi, come
alcuni fastidiosi dolori articolari che rendono nervosi e contratti.
Nella frenetica vita di tutti i
giorni, spesso si è troppo occupati per pensare alla propria salute e, quando
sopraggiungono dei problemi, si cerca di risolverli frettolosamente ricorrendo
ai farmaci.
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