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mercoledì 3 marzo 2010

Le armi nel Karate

Anche se il Karate prevede la difesa a mani nude, la pratica del Kodubo di Okinawa prevedeva l'uso delle armi tradizionali. Essendo strttamente collegato alla pratica del Karate, qui di seguito elencherò alcune delle più importanti armi usate nelle arti marziali.

Il Nunchaku

Il Nunchaku è costituito da due barre di legno tenute insieme all'estremità da una corda o da una catena, e veniva utilizzato per battere il riso, separando così il chicco dal guscio.
Originariamente i due elementi di legno venivano tenuti insieme dal crine di cavallo intrecciato.
L'introduzione della catena è sicuramente recente e probabilmente di origine cinese visto che Okinawa era quasi sprovvista di metallo.
Il modello classico è composto da due barre di legno di sezione circolare o ottagonale lunghe circa 30 cm., tenute insieme da una corda o da una catena. Molto spesso le due barre sono di forma tronco conica con la sezione più larga all'estremità, al fine di poter aumentare la velocità e per trovare meglio la fine del Nunchaku. Le estremità delle barre si chiamano KONTEI mentre la parte vicina alla corda si chiama KONTO.

Il Bo


Il Bo è sicuramente l'arma principale del Kobudo di Okinawa. L'arte del Bo viene chiamata Konpo (metodo del bastone). Il materiale utilizzato è il legno di quercia rossa o bianca, di nespolo del Giappone, di areka e di "kuba", alberi solidi e flessibili, originari della zona subtropicale di cui Okinawa fa parte. La forma usata attualmente è tonda ma a sezione biconica. Il centro del bastone (chukon-bu) è di circa 3 cm mentre le due estremità misurano entrambe circa 2,5 cm.

La Tonfa


Pezzo di legno rettangolare con manico fissato ad un lato presso una delle estremità. Fatto roteare con rapidità fulminea è impiegato per parare o deviare un colpo e poi restituirlo con un ampio movimento.

Il Sai


Questo tridente in metallo ha una lunga storia: si trovano attrezzi simili in numerosi paesi del sud-est asiatico, in Cina, in India e Indonesia. Si suppone che dei marinai di Sumatra o Java l'abbiano introdotto nell'arcipelago delle Ryukyu. Secondo un'altra teoria il Sai venne introdotto ad Okinawa da alcuni monaci cinesi cultori delle arti marziali. Nell'isola di Okinawa alcuni sottufficiali di polizia portavano e utilizzavano questo strumento di autodifesa che poteva essere laciato contro chi si opponeva all'arresto. Scopo del lancio era quello di atterrare il malvivente in fuga per poi raggiungerlo facilmente. Queste tecniche di lancio sono conservate in alcuni Kata. Fondamentalmente i Sai si utilizzano in coppia, uno per mano. In alcuni kata superiori, il Kodudoka avrà un terzo Sai infilato nella cintura, davanti o sulla schiena. Il terzo Sai serva a rimpiazzare quello eventualmente lanciato in direzzione dell'avversario.

Il Kama


L'utilizzo del ferro per gli strumenti agricoli ad Okinawa risale a circa 700 anni fa. Nella stessa epoca vennero importate le prime armi dal Giappone e dalla Cina. Il Kama è stato utilizzato come arma per la prima volta durante una rivolta contadina del 1314, all'epoca dei tre regni, contro un signore di Gyokujo. In seguito venendo a contatto con le tecniche cinesi di arti marziali, il Kama-jutsu si è evoluto sino ai giorni nostri. La tecnica consiste nell'utilizzo simultaneo dei due falcetti. Una variante del Kama-jutsu adopera due falcetti legandoli ai polsi con una funicalla. Il Kama era l'arma preferita di Shinko Matayoshi il quale, per la grande maestria in quest'arte, veniva soprannominato "Kama no ti Mateschi" (Matayoshi mani di falce).

L'Eku

Questa tecnica si è sviluppata ad Okinawa per merito di un pescatore di Tsuken-jima chiamato Akachu che apprese le tecniche del Bo dal maestro Chikin Shosoku Oyakata. In seguito, Azato pensò di creare un kata di remo è modificò il proprio remo in modo che il taglio della pala risultasse così affilato da poter tagliare. Il remo è inoltre un'arma molto adatta ad eseguire le tecniche di sunakake (gettare la sabbia negli occhi). Quest'attrezzo viene anche chiamato Ryoshi no Katana (la spada dei pescatori).

Il Nunti-bo


Il Nunti montato sopra un Bo di cinque shaku (150 cm. circa) compone un'arma che viene denominata Nunti-bo le cui tecniche sono molto affini alle tecniche di Bo. Usando il Nunti-bo come arma, si possono portare due Nunti infilati nella cintura, sia sull'addome che sul dorso. Questi Nunti possono venire lanciati contro l'avversario. E' una delle tecniche che il Maestro Shinko Matayoshi ha appreso dal maestro Kingai a Shangai in Cina. 

La Kuwa


L'origine di quest'arte è simile a quella del Kama, si tratta infatti di una tecnica sviluppata dalla classe contadina. Per le tecniche di attacco si usano le seguenti parti: taglio della lama, testa della lama e punta del manico. Una tecnica spesso usata nel Kata consiste nel gettare della terra negli occhi dell'avversario e successivamente colpirlo col la Kuwa. Questa tecnica si è sempre più raffinata anche grazie al contatto dei contadini con alcuni maestri di arti marziali di Okinawa e di alcuni esperti cinesi. L'archetipo di questo strumento differiva dalla forma attuale in quanto sul manico, anzichè una lama in metallo, vaniva fissato un corno di animale. Anche oggi si trovano degli esperti della Kuwa cinese a Fuzhou e Shangai. 

Il Nunti


Nunti significa "tecniche perforanti". In Cina esiste un manuale chiamato "Bubishi". Si tratta del più antico manuale di arti marziali nel quale si parla di quest'arma che viene chiamata "Saibu". Nel manuale si afferma che tale arma è nata all'epoca della dinastia Ming. Tale arma, che ricorda la punta di una lancia, fu introdotta ad Okinawa dalla Cina, insieme ad altre armi, circa 600 anni fa. Il Maestro Shinko Matayoshi apprese l'arte del Nunti-jutsu dall'anziano maestro cinese Kingai a Shangai in Cina.

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